Rifugio Curò

9 Giugno 2018, escursione al rifugio Curò

E' una mattinata frenetica. Io, Valeria e Lucrezia abbiamo tutti in programma di andare a fare escursioni in montagna anche se in luoghi diversi.
Valeria con alcuni suoi amici ha appuntamento alla stazione di Cadorna per arrivare ai Corni di Canzo.
Io, Lucrezia e la sua amica Chiara vogliamo andare a Valbondione per raggiungere il rifugio Curò.

Vengo svegliato da Valeria alle 6:40, scalpitava per fare colazione a base di granita al limone che dovevo preparare io e brioche col tuppo preparate il giorno prima dalla pasticcera Lucrezia.

accompagno Valeria alla metro di San Donato e al rientro a casa trovo Lucrezia agitatissima.
Valeria aveva preso gli scarponi di Lucrezia, lasciando a lei quelli di Lucia. i due scarponi identici nel modello hanno misure leggermente diverse. Inizia l'isteria generale. senza scarponi Lucrezia non può venire, io da solo non voglio partire, quindi salterebbe completamente l'escursione. Il sangue va alla testa, non ci vedo più dalla rabbia, mando improperi a Valeria prima via whatsapp e poi per telefono.
Finalmente Lucrezia decide di usare gli scarponi di Lucia anche se di mezzo numero in meno e si parte.

Passiamo a prendere Chiara e ci dirigiamo alle 9:30 verso Valbondione.
Arriviamo al palazzetto dello sport di Valbondione (900 m.) alle 11:30, e da li parte la nostra escursione verso il Rif.Curò (1915 m.).

i sentieri sono piacevoli e ombreggiati.
Lungo il percorso incontriamo altri escursionisti, famiglie con bambini che salgono, un gruppone di escursionisti accompagnati da un guida e "atleti" che sono già lungo la via del ritorno.

Lucrezia mi aveva pregato la sera prima, quando le ho chiesto se le andava di farsi un giro in montagna, di scegliere un percorso facile visto la ferma forzata da oltre un anno dalla rottura del malleolo. tra tutte le possibili mete, questa viene descritta come facile e adatta anche alle famiglie con bambini. Ciò nonostante la salita inizia a farsi sentire, e si boccheggia.
 Lucrezia ovviamente non molla, siamo solo all'inizio, e sostenuta da Chiara si distrae con i fiori, gli insetti e le cascatelle d'acqua che si incontrano lungo il percorso.

a circa metà percorso si presenta un passaggio "insolito", un lingua di neve larga una ventina di metri lungo quello che diventerà presto un torrente. prestando attenzione riusciamo nell'impresa.

il percorso continua nella sua salita verso il rifugio Curò. la fatica si fa sempre più sentire ma viene ripagata dalla vista delle montagne che ci circondano.
manca ancora un'ora per giungere alla meta e il sentiero si inerpica sulla montagna.

Finalmente dopo 3 lunghe ore di cammino, stanchi, zoppicanti e assetati alle 14:20 arriviamo al rifugio.

più che un rifugio, si presenta come un ristorante con annesso alberto.
il piazzale antistante è gremito di escursionisti appena arrivati, chi è li già da qualche ora e si prende il sole, e altri ancora in partenza.
Ci sediamo all'interno, perchè l'esterno è tutto occupato, e ci rifocilliamo con dei dolci della casa accompagnati da una birra artigianale e coca cola.
nel frattempo vediamo arrivare molti escursionisti che hanno prenotato per la notte e si recano al piano superiore dove immaginiamo vi siano le stanze da letto. CI assale l'invidia. Quanto avremmo voluto anche noi poterci fermare per la notte, fare una buona cena a base di pizzoccheri e ripartire riposati l'indomani mattina.

Chiara con forze da vendere, si sgranchisce le gambe facendo due passi attorno al laghetto.

Alle 16:00 decidiamo che è l'ora di rimetterci in cammino sulla via del ritorno e anche se un poco a malincuore ci avviamo.
La discesa si presenta senza problemi, più leggera sulle gambe rispetto alla salita.
nonostante l'ora, incontriamo qualcuno che sale verso il rifugio e qualche "spericolato" che scenda con la MTK costringendoci a metterci al riparo da possibili urti involontari.

Dopo 2 ore di cammino alle 18:00 giungiamo al parcheggio di Valbondione.




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